Tra il 1924 e il 1925 l’autore di Il Maestro e Margherita ha scritto due racconti lunghi di fantascienza: Cuore di Cane e Le Uova Fatali.
Li ho letti entrambi per la prima volta in questi giorni nella vecchia edizione Garzanti, trovandoli assolutamente piacevoli e divertenti (tanto per dire, me li sono letti sotto l’ombrellone). Oggi chiaramente non hanno più l’impatto che avevano all’epoca, ma sono lo stesso due letture interessanti per un sacco di motivi.
Nella letteratura russa la fantascienza (allora non ancora concepita come tale, ma come filone letterario in cui erano presenti elementi scientifici e tecnologici) è diventata un genere di successo a partire dagli anni Venti. Anche Bulgakov, che oltre a essere scrittore era anche medico (e forse proprio per questo più sensibile al problema dell’uso corretto della scienza e dei suoi derivati), dedica all’argomento questi due racconti lunghi.
Nella sua produzione fantascientifica Bulgakov ha attinto soprattutto a Wells, in particolare a L’Isola del Dottor Moreau e La Macchina del Tempo.
In Cuore di Cane un randagio viene salvato da una morte certa per fame e assideramento da un professore di medicina di fama mondiale, che lo ribattezza Pallino (Šarik in originale). Pallino diventa il cane da compagnia del professore, che però non l’ha salvato per pietà ma per sottoporlo a un esperimento. Il professore impianta i testicoli e l’ipofisi di un uomo morto dentro Pallino, che inizia a camminare su due zampe, perde il pelo e inizia a comportarsi da umano. Non diventa, però, l’uomo nobile che il professore si era aspettato: infatti si esprime attraverso bestemmie, commette oscenità, continua ad avere istinti animaleschi e insegue i gatti per casa. Dopo l’ennesima bravata, il professore decide di togliergli l’ipofisi e di farlo tornare un normale cane da compagnia.
In Le Uova Fatali il professor Persikov scopre un raggio rosso capace di far sviluppare in maniera rapidissima gli esseri viventi. In URSS si sta verificando una moria di galline; un burocrate del regime va dal professor Persikov e lo obbliga a consegnargli gli apparecchi per applicare il raggio a delle uova.
Dalle uova esposte al raggio, però, escono rettili mostruosi completamente fuori controllo, che provocano terrori e stragi che nessuno riesce a fermare. Solo una ghiacciata (un -18° a Mosca) riuscirà a fermare i mostri.
L’intento di questi due racconti è abbastanza chiaro: rappresentano una satira verso la società sovietica post-bellica e contengono una critica all’utilizzo sconsiderato della scienza.
In Cuore di Cane si ritrova un’idea già presente in Frankenstein, l’uomo ambizioso che vuole ribaltare l’ordine naturale delle cose e sostituirsi a Dio per poi rigettare la propria creatura. Contrariamente all’opera di Mary Shelley, però, la creatura che viene creata è fin dall’inizio egoista e problematica, a differenza di com’era nella sua forma originaria: se il cane Pallino era fondamentalmente buono, il sovietico Pallinov è un uomo brutale e maleducato.
“Ma ecco, dottore, quel che accade quando un ricercatore, anziché procedere in totale accordo con la natura, forza un problema e ne solleva il velo! E allora eccovi il nostro Pallinov e godetevelo!”
Il messaggio in Le Uova Fatali è chiaro: le scoperte scientifiche, sottratte agli scienziati e utilizzate da incompetenti privi di scrupoli, possono tramutarsi in armi micidiali. A essere suggerita è soprattutto l’idea che, senza una condotta etica, la scienza può condurre a conseguenze catastrofiche che solo la natura (la ghiacciata) riesce a fermare.
Questi due racconti rappresentano gli esordi della “fantascienza” bulgakoviana, con cui lo scrittore russo intende lanciare un avvertimento (come già le opere di Wells prima di lui) contro le applicazioni della scienza in una società arretrata, senza le giuste competenze e un’adeguata cultura umanistica.
Inoltre, soprattutto in Cuore di cane, l’elemento fantascientifico diventa il pretesto per costruire un’allegoria della rivoluzione comunista che all’epoca cercava di “trasformare radicalmente il genere umano” (“the revolution’s misguided attempt to radically transform mankind.”, E.C. Haber, Mikhail Bulgakov: the early years)
Purtroppo, a causa dell’intento satirico nei confronti del regime sovietico, la diffusione di questi due racconti venne ostacolata. Una cosa analoga avvenne anche per Il Maestro e Margherita, la cui pubblicazione venne rimandata a causa delle censure che il regime vi avrebbe applicato e che Bulgakov rifiutò fermamente.
E’ solo a partire dagli anni ’50 che si ebbe un loro recupero e la diffusione internazionale, e oggi ce li godiamo ancora come un esempio di buona fantascienza (che non invecchia mai!).
Ulteriori informazioni
Esiste una trasposizione cinematografica sia di Cuore di Cane che di Le Uova Fatali. Curiosamente, entrambi sono produzioni italiane (a metà o del tutto): il primo è una produzione italo-tedesca con una regia italiana, mentre il secondo è uno sceneggiato televisivo trasmesso dalla Rai in due puntate nel 1977. Le due puntate de Le Uova Fatali sono entrambe su Youtube, e al di là del fatto che sono tratte da un racconto di Bulgakov, sono pioniere di tecniche cinematografiche all’epoca innovative. Qui c’è la prima e qui la seconda 🙂 ).