Suicide Squad

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Un po’ ce lo potevamo aspettare: quando intorno ai film c’è così tanto hype, di solito si rivelano deludenti.
Eppure, mentre ieri sera compravo il biglietto del cinema per vedere Suicide Squad, speravo fortemente che non fosse così.
Okay, lo hanno presentato come il film dell’anno, e avrebbe potuto esserlo davvero, se solo il nuovo capitolo della DC avesse avuto il coraggio di essere davvero sopra le righe e non facesse solo finta di esserlo. Purtroppo però non è stato così.

Per chi non ha tanta voglia di leggere, qui c’è una recensione breve:

Recensione breve di Suicide Squad

Margot Robbie. Will Smith. Jared Leto. ROBE.

Fine.

Per chi invece vuole informazioni più dettagliate, sotto c’è la versione lunga.

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Recensione lunga di Suicide Squad

Non è che Suicide Squad sia un brutto film, alla fine.
Ha una brutta regia, una brutta trama e un brutto assetto generale, ma in definitiva, vuoi per i personaggi, vuoi per l’immaginario collegato al film, guardare si guarda e riesce anche a svolgere la funzione per cui è pensato, ovvero l’intrattenimento.
Ciò non toglie che all’inizio resti perplesso davanti alle presentazioni reiterate degli stessi personaggi e un numero di false partenze che va oltre il buon senso. Quante volte puoi dare l’impressione che il film sia partito senza che ciò sia accaduto davvero?
A metà del film finalmente inizia l’azione. Hai appena finito di annaspare tra i tanti personaggi (quello chi è? A che punto del film è arrivato? Questo è nuovo o ce l’hanno già presentato? Uuurh…) che subito vieni catapultato in una città dai toni noir dove si aggirano mostri e imperversano fenomeni soprannaturali mentre la Suicide Squad mena cazzotti a destra e a manca tra sketch, flashback e momenti di riflessione.
E qui il film avrebbe potuto prendere sul serio il via e diventare quel capolavoro di follia e irriverenza che tutti aspettavamo, ma di fatto non accade. Il motivo è che succedono veramente troppe cose perché il film riesca a essere qualcosa di più di un guazzabuglio caotico che tenta di essere politicamente scorretto à la Deadpool, senza però riuscirci neanche lontanamente.
Ma procediamo con ordine.

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La trama

Partiamo dalla trama, che, pur con tutte le attenuanti che le vogliamo dare (necessità di espandere l’universo DC aprendo quanti più sentieri narrativi possibili, autori sotto pressione, fiducia nel fatto che la fan base avrebbe avuto occhi solo per Margot Robbie e Jared Leto, ecc.), non regge.
E per “non regge” non intendo che è poco plausibile o semplicemente un po’ puerile, intendo che è un garbuglio di incoerenze tali che viene il sospetto che chi l’ha scritta sia partito dal presupposto che gli spettatori siano fondamentalmente dei ritardati.
In seguito alla scomparsa di Superman, il terribile agente governativo Amanda Waller decide di mettere insieme una squadra di supercattivi da usare in battaglia nel caso in cui l’America venisse attaccata dai metaumani. Di per sé l’idea non ha niente di sbagliato: formi un team di criminali sidekicks da mandare in missioni potenzialmente suicide per evitare di mandarci tanti bravi soldati americani che non si meritano di morire. Più che giusto. Peccato che:

  1. La squadra dei supercattivi venga scortata per tutto il film da uno squadrone ben più numeroso dei suddetti bravi soldati americani (che ovviamente tornano tutti vivi a casa, sì sì);
  2. Durante il film vengano investite/distrutte molte più risorse di quelle che sarebbero costate allo stato americano se avesse mantenuto la linea di difesa “non economica”;
  3. È proprio l’idea geniale di mettere insieme una squadra di supercattivi che scatena l’attacco metaumano (SPOILER – è infatti un membro della Suicide Squad, a causa delle modalità del suo reclutamento, a diventare il villain del film – FINE SPOILER).

La summa delle idiozie è che Amanda Waller appare da subito in contatto con supereroi “buoni” come Batman e Flash, che nel film si mostrano più che pronti a collaborare con lei. In definitiva, non sarebbe bastato mettere insieme un team di supereroi buoni? In questo modo non ci sarebbe stato bisogno degli squadroni militari a controllare i supercattivi, né della tecnologia per evitare che questi si sottraggano alla missione, né di un sacco di altre cose, rendendo il tutto più intelligente e credibile.
Ma niente, gli autori hanno preferito optare per le soluzioni più idiote, forse per un eccesso di fiducia nella performance degli attori.
Il che ci porta al prossimo punto.

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I personaggi

Parto subito dai difetti: nessun personaggio di Sucide Squad è ben caratterizzato e anche i pochi soggetti che spiccano di più finiscono tutti -TUTTI- per fare cose incoerenti.
Fatta questa premessa, i personaggi sono di sicuro la cosa che funziona meglio del film.
Per scelte di regia comprensibili ma infelici, la camera inquadra in prevalenza gli “attori di punta” Will Smith, Margot Robbie e Jared Leto, cosa che inevitabilmente ti porta a chiederti, anche a metà film, chi cavolo siano gli altri membri della squadra nei rari momenti in cui appaiono sullo schermo.
Comunque, a parte lo spaesamento dovuto all’affollamento di personaggi, alcuni protagonisti del film sono dannatamente godibili.
Will Smith
, che più che altro interpreta se stesso (ma ormai ci siamo abituati), dà vita a un Deadshot carismatico e provocatore ma capace di grande tenerezza: pane per i denti di chi da Suicide Squad si aspetta soprattutto personaggi divertenti.
La vera perla del film è però Harley Quinn, interpretata da una bravissima Margot Robbie: giuro che il pubblico in sala (e anche io stessa, lo ammetto) si entusiasmava solo quando c’era lei, e il motivo principale non erano neppure le sue cosce. Spassosa, maldestra e letale, Harley Quinn gioca con gli stereotipi del personaggio mostrandosi, da un lato, innamorata e ingenua, dall’altro completamente squilibrata (con tanto di trucco colato e rossetto sbaffato). Sul serio: applausi.
E per me sono applausi anche per Leto, criticassimo nel suo ruolo di Joker. D’accordo, non regge il confronto con il Joker di Heath Ledger e con altri Joker passati, ma presenta una versione a metà tra il dandy e il gangster del clown di Gotham che a me non è dispiaciuta per niente.
Leggasi: poteva essere molto peggio.

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Conclusioni

In definitiva, un’opera che poteva ambire a una splendida narrazione corale con un buon equilibrio tra battaglie, personaggi carismatici, elementi fumettistici e colori psichedelici si riduce invece a una lunga sequenza di scene male amalgamate che punta tutto sulla presenza degli attori di traino.
Il che è davvero un peccato, perché l’idea buona c’era, così come i personaggi (già diventati icone) e le atmosfere.
Sorvolo sulla morale del film, anche se sono sicura che già la immaginate. I cattivi sono sì cattivi, ma non sono poi così cattivi se paragonati a cattivi più cattivi blablabla.
A conclusione di questa recensione che forse è uscita più amara di quanto avrei voluto, dico che Suicide Squad non è un film da evitare. Solo, guardatelo senza aspettarvi niente di più del mero intrattenimento e con molta, molta tolleranza nei confronti della trama.

Alla prossima!

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