Star Wars – Il Risveglio della Forza

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:::::::::CONTIENE SPOILER!::::::::::::

Ieri sera ho visto finalmente Star Wars: Il Risveglio della Forza.
Sono riuscita a restare quasi del tutto al riparo dai giudizi di chi l’aveva già visto (in fondo che c’è voluto, è bastato solo evitare la Home di Facebook con cui lavoro tutti i giorni, minacciare i potenziali spoileratori e simulare istericamente di avere le cuffie alle orecchie ogni volta che qualcuno vicino a me esordiva con: “Cosa ne pensate del nuovo Star Wars?”), ma in generale ho percepito un certo scontento nei confronti di questo nuovo capitolo della saga di Star Wars.

Lo dico subito: il film a me è piaciuto, e sono la prima a stupirmi di quest’affermazione, perché è da ieri sera che non faccio altro che parlare di quanti difetti abbia Star Wars: Il Risveglio della Forza.
Tuttavia, anche considerando i vari punti deboli del film di cui parleremo tra poco, credo che del buono ci sia, e nello specifico mi riferisco al fatto che questo nuovo episodio riesce a riportare, almeno in parte, le atmosfere dei primi Star Wars nei cinema di oggi.

Avverto che questa recensione, contravvenendo alle regole del blog, conterrà spoiler, per cui chi non ha ancora visto il film sappia che prosegue a suo rischio e pericolo.

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La prima cosa che fa storcere il naso del film è che non propone quasi niente di nuovo, anzi, si copre le spalle con una trama già ben collaudata.
D’altronde non c’è troppo da stupirsi: tra inventare un plot completamente nuovo e rischiare il linciaggio da parte dei fan o prendere la sceneggiatura dell’episodio IV, sostituire nomi, cambiare sessi e tirare fuori la trama del nuovo film, gli sceneggiatori hanno optato per la seconda opzione senza stare a pensarci due volte.
Ecco allora che vediamo una giovane, figlia di genitori ignoti, che vive in una città circondata dal deserto, trovare un droide che contiene dati importanti e poi imbattersi in un anziano che sa delle cose sui Jedi e così via…
Devo dire però che, anche se il film non si accolla rischi e preferisce andare sullo strasicuro, non è del tutto sgradevole rivedere situazioni, personaggi e mood della trilogia originale.

Un altro punto debole sono gli attori. Fatta eccezione per Harrison Ford/Han Solo (che, malgrado l’età, la sua porca figura la fa sempre) e per la protagonista Daisy Ridley/Rey, che oltre ad essere giustamente sgnacchera riesce anche (quasi sempre) ad essere convincente nelle scene di combattimento, il resto del cast non mi ha convinto un granché. Gli attori nuovi per ora sono un po’ all’acqua di rose, se non addirittura delle macchiette (il povero John Boyega/Finn, alias Moses di Attack The Block, ci va molto vicino).

La vera nota dolente però è Kylo Ren. E’ la primissima volta nella storia di Star Wars che il cattivo si toglie la maschera, tu lo guardi in faccia e di colpo speri che se la rimetta al più presto.
Come si sia arrivati da Hayden Christen (Anakin) e Natalie Portman (Padme), passando per Carrie Fisher e Harrison Ford a Kylo Ren, resta un mistero. Ma credo che, se hai una discendenza di questo tipo e vieni fuori con quella faccia, è più che comprensibile che a un certo punto passi al Lato Oscuro della Forza.
Scherzi a parte: il problema non è l’estetica di Adam Driver, è che la parte di Kylo Ren non sembra calzargli granché. Da quel che sappiamo di Kylo Ren, è un tizio cresciuto in un’epoca pacifica e addestrato dal più grande Jedi di tutti i tempi, che però sceglie di passare al Lato Oscuro della Forza praticamente senza una ragione (se non che suo nonno Anakin gli sembra un gran figo).
Praticamente un idiota, dunque, eppure l’attore che lo intepreta fallisce anche nell’obiettivo di sembrare un cretino infantile: sta più a metà strada tra un adolescente con il nappone e un vampiro cattivo di Twilight.
Vedremo che sviluppi avrà questo personaggio nei prossimi capitoli, certo è che dovranno farlo crescere parecchio se l’idea è quella di avere un cattivo che abbia un po’ di carisma.

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Per il resto, nella trama ci sono varie decisioni infelici che potevano essere evitate con soluzioni narrative più eleganti (senza neanche sforzarsi troppo). Me ne vengono in mente diverse:

  • Il pianeta-cannone che funziona prosciugando soli (?!) e con le immancabili falle clamorose nella sicurezza: quand’è che gli imperi del male capiranno che il pulsante dell’autodistruzione non deve stare in un punto in cui lo può raggiungere chiunque?!
  • Rey che padroneggia la forza senza neanche un minimo di addestramento, riuscendo a sconfiggere Kylo Ren (addestrato da Luke Skywalker in persona) nel giro di 5 minuti. Praticamente è come dire che tutti i Jedi che abbiamo visto finora (che si sono quantomeno allenati un po’) sono delle mezzeseghe.
  • R2D2 che si riattiva all’improvviso per completare la mappa: è un robot ma a farlo funzionare sembra più la magia che l’elettronica.

Tutti aspetti della trama che potevano essere resi più accativanti e plausibili, ma tant’è.

Per finire, mi ha deluso la totale assenza di pathos nella scena della morte di Han Solo. Chiudiamo un occhio sulla prevedibilità della scena dell’incontro sulla passerella; nell’attimo successivo alla sua caduta nel nulla, sembra che gli unici a cui importi qualcosa della morte del povero Han siano le persone che lo conoscono da un paio di giorni. E’ davvero una morte liquidata fin troppo in fretta se si considera che il ruolo di Han Solo in questo film è quello della guida vecchia e saggia (come già Obi-Wan nella scena uguale a questa nell’episodio IV) e che Leia e i membri della resistenza assistono alla tragedia nel momento in cui avviene.
Cosa vi ha fatto di male Han Solo per non versare nemmeno una lacrima davanti alla sua morte?

Ma soprattutto, adesso chi parlerà con Chewbecca?
Ma soprattutto, adesso chi parlerà con Chewbecca?

Malgrado tutto questo, il film, come ho detto all’inizio, mi è piaciuto. I motivi per cui lo apprezzo sono prevalentemente emozionali e parlano direttamente al mio cervello d’adolescente, quello che si entusiasma perché ci sono le spade laser, le guerre galattiche, le astronavi, le creature aliene e le grandi battaglie.
E poi Star Wars: il Risveglio Della Forza riesce a ricreare le atmosfere della prima trilogia trovando il giusto compromesso tra elementi datati e innovazione, con uno stile cinematografico che porta il nuovo negli scenari vecchi in maniera intelligente, senza ubriacare il pubblico con la computer grafica.

Concludendo. Sono rimasta delusa? No. Sono estasiata? Nemmeno. Mi sono commossa vedendo Luke Skywalker, Leia e Han Solo invecchiati? No, ma comunque è stato bello. Sono tornata bambina? Un po’ sì, dai.

Staremo a vedere cosa ci riservano i prossimi capitoli: questo primo film mi è sembrata una buona apertura, vedremo se per il prossimo capitolo la Forza sarà con gli sceneggiatori oppure pagando il biglietto del cinema lo prenderemo tutti nel Lato Oscuro.

E a voi com’è sembrato questo nuovo capitolo di Star Wars?

PS: Per appronfondimenti, rimando al mitico Antro del Dottor Manhattan che ha pubblicato testé un articolo sui personaggi di Star Wars – Il Risveglio della Forza.

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