Esordio letterario di Andy Weir, che per scrivere questo libro ha condotto lunghi e minuziosi studi sulla NASA, su Marte e sui viaggi nello spazio, L’uomo di Marte ha scalato in fretta le classifiche dei libri più venduti ed è diventato anche un film (The Martian) diretto da Ridley Scott, che uscirà a fine 2015.
L’uomo di Marte è nato come web serial novel sul sito di Andy Weir, dopodiché, in seguito alle richieste dei fan, ne è stata tratta una versione per Kindle al prezzo iniziale di 0.99 centesimi. Ovviamente il romanzo è schizzato subito in vetta alle classifiche (si parla di 35.000 download in 3 mesi), dove è stato notato da un agente letterario della Crown Publishing che ha proposto a Weir un contratto per la pubblicazione (eh sì, queste cose all’estero succedono…).
Vista la mia insofferenza nei riguardi della roba mainstream, ho preso in considerazione la lettura de L’uomo di Marte solo perché alcune persone della comunità fantascientifica che di solito dicono cose sensate lo consigliavano. Ed è stato un buon suggerimento: questo romanzo è stato una bella sorpresa.
La trama
In seguito a una violenta tempesta di sabbia, la missione su Marte Ares 3 viene annullata e i membri dell’equipaggio, sbarcati sul pianeta rosso da 6 giorni, sono costretti a ripartire in fretta. Durante l’evacuazione della base, l’astronauta e botanico Mark Watney rimane ferito e viene creduto morto dal resto dell’equipaggio, che lascia Marte senza di lui.
Mark Watney invece è vivo, ma si trova completamente abbandonato a se stesso su un pianeta deserto. L’uomo, convinto che questi siano i suoi ultimi giorni di vita, inizia a registrare un giornale di bordo destinato ai futuri esploratori di Marte.
Considerazioni
Come molta buona fantascienza, L’uomo di Marte è un romanzo che cattura anche chi non è appassionato del genere, e la cosa risulta tanto più sorprendente se si pensa che la narrazione è ricchissima di dettagli tecnici e nozioni di fisica, chimica, ingegneria, botanica, aeronautica.
Il romanzo alterna le parti diaristiche di Watney su Marte a parti in cui la narrazione è in terza persona e riguarda soprattutto gli eventi che si svolgono alla NASA.
A tenere incollato il lettore fino alla fine della storia è soprattutto il tono confidenziale di Mark e la sua ironia trascinante, il ritmo frenetico degli eventi, la suspence calibrata alla perfezione dall’abile mano di Weir (e degli editor al seguito) e il desiderio sapientemente indotto di scoprire se il protagonista ce la farà a salvarsi o morirà.
Mark sfrutta anche la più piccola possibilità che ha di sopravvivere, inventandosi soluzioni ingegnose e ricombinando gli elementi che ha a disposizione per garantirsi acqua, aria e cibo. Anche nei momenti in cui la situazione appare irrecuperabile e il lettore pensa: “vai, è fritto”, riesce sempre a trovare un modo per cavarsi d’impaccio e sopravvivere un po’ più a lungo.
Con la sua scrittura, Weir (che senza ombra di dubbio ha la piena padronanza delle materia di cui tratta) riesce a rendere meno ostiche (e quasi sempre non noiose) le spiegazioni di natura strettamente tecnica. Forse avrei preferito qualche spiegazione in meno, specialmente nei momenti di maggiore tensione: confesso che, in un paio di casi, pur di sapere se il protagonista si salva o no, ho saltato a pie’ pari il resoconto tecnico del problema.
Il finale è giusto un po’ più affrettato di quanto mi sarebbe piaciuto leggere; dopo un’avventura così lunga e travagliata mi ha lasciato in parte insoddisfatta che le ultime pagine del libro si limitino ad esplicitare il messaggio di fondo dell’intero romanzo (già abbastanza chiaro), ma tant’è.
L’uomo di Marte è comunque un romanzo che vale assolutamente la pena leggere. Se siete appassionati di fantascienza vi farà godere tantissimo, se non lo siete, sarà una bellissima scoperta.
Mark Watney riuscirà a salvarsi o no? Non vi resta che scoprirlo!
Ulteriori informazioni
Nel film Watney sarà interpretato da Matt Damon, che dopo Interstellar ci ha preso gusto a indossare le tute spaziali.
Ah no, scusate. Ecco la foto vera: