E’ stato in un momento di crisi d’astinenza da cyborg (complice il fatto che tutte le speranze che riponevo in Chappie sono state tristemente deluse) che ho iniziato a vedere Äkta människor, serie TV svedese di fantascienza scritta da Lars Lundström e diretta da Harald Hamrell e Levan Akin (di cui vi linkerei volentieri le pagine di Wikipedia, se solo esistessero).
E’ sempre bello guardare serie TV in cui ci sono dei robot (“Tutto è meglio coi robot” CIT.), ma in generale fa sempre molto piacere quando qualcuno sfida le grandi produzioni statunitensi con progetti coraggiosi. Già i britannici Black Mirror, Utopia, In the Flesh e Misfits hanno contribuito a spostare l’ago della bilancia delle serie TV sci-fi di qualità da questa parte dell’Atlantico, ora ci prova anche la non-anglofona Äkta människor.
La serie è ambientata in quella che sembra una versione alternativa dell’odierna società svedese, in cui sono ampiamente diffusi robot umanoidi impiegati per le faccende domestiche e l’assistenza agli anziani.
Si seguono tre vicende principali: una che racconta la storia di un gruppo di robot dotati di una propria coscienza che tenta di conquistarsi la libertà e due che riguardano il rapporto tra i robot domestici e le loro famiglie ospitanti.
L’elemento in comune tra le vicende è Anita, un’androide dall’oscuro passato che finisce, dopo essere stata resettata, nelle mani di una famiglia che ignora le sue origini.
A un apparato di effetti speciali veramente ridotto per una serie di fantascienza, fa fronte un modello narrativo che favorisce una continua riflessione sulla società e sull’uomo con metafore via via sempre più dirette. Come già in Black Mirror, in Akta människor ad essere indagate sono soprattutto le dinamiche umane nel rapporto con la tecnologia e, in un ultima analisi, con la diversità. Ad emergere sono soprattutto le relazioni che s’instaurano tra persone e umanoidi, la natura di tali relazioni, le riflessioni di natura etica, religiosa, filosofica.
Non manca la tematica della discriminazione, mostrata nei suoi molti aspetti, di cui il movimento “Real Humans”, che difende la superiorità della razza umana sui robot, è solo l’aspetto più evidente.
L’elemento veramente interessante di Akta människor, tuttavia, resta l’assenza di qualsivoglia giudizio morale sulle vicende narrate. Viene consapevolmente evitata la contrapposizione androidi buoni/umani cattivi, così come il discorso sul fatto che gli androidi abbiano o meno un’anima (si parla solo di coscienza). Sta allo spettatore decidere se sia giusto o no riconoscere una dignità ad androidi dotati di una coscienza simile a quella umana.
Da questo punto di vista questa serie svedese sembra rifarsi alle motivazioni della migliore fantascienza (vengono anche citate le tre leggi di Asimov), che sfrutta la metafora tecnologica per parlare di tematiche più che mai umane.
A questo punto vi sarete già fatti un’idea di cosa penso di Akta människor (Guardatelo! Guardatelo! Guardatelo!), per cui mi sembra doveroso accennare anche ai suoi punti deboli.
Tanto per cominciare, la serie non è tradotta in italiano. Per me nessun telefilm dovrebbe essere tradotto in italiano, visto che i doppiaggi originali permettono di godersi una produzione in maniera più completa e consapevole, ma capisco che per molti vedere un’intera serie in lingua scandinava può rappresentare un deterrente. In ogni caso è possibile trovare facilmente i sottotitoli in italiano, per cui grossi problemi non ce ne dovrebbero essere.
La serie inizialmente può risultare ostica, visto che non segue parametri classici. La narrazione tiene un buon ritmo ma i momenti di silenzio, le lunghe scene girate negli ambienti domestici, la lentezza che caratterizza gli androidi a tratti possono annoiare.
C’è inoltre un’atmosfera sinistra non da poco (ma questo più che un difetto è un pregio): i robot che spalancano gli occhi nel cuore della notte dopo la ricarica, la loro presenza negli angoli bui della casa, le stranezze generate dai guasti rendono questa serie a volte veramente inquietante.
Con ciò, se siete appassionati di serie TV di fantascienza, se vi piacciono i cyborg, se avete amato Black Mirror, non fatevi sfuggire Akta människor: merita davvero la visione.