King of Thorn

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King of Thorn è un film d’animazione di genere horror-fantascientifico ispirato all’omonimo manga di Yuji Iwahara.
La storia è ambientata in un futuro prossimo, in cui un virus chiamato Medusa sta decimando la popolazione mondiale. Nella speranza che in un tempo futuro sia possibile curare il virus, centossessanta persone infettate vengono selezionate per essere ibernate in una struttura sotterranea ricavata da un antico castello inglese.
La protagonista, Kasumi, è tra i prescelti. Sono state colpite sia lei che la sua sorella gemella, ma solo lei è stata selezionata. Si sottopone alla procedura d’ibernazione, ma quando, dopo un tempo indefinito, si risveglia insieme agli altri soggetti dell’esperimento, si trova davanti una visione da incubo: l’impianto è infestato dai rovi e da creature mostruose. La gran parte dei selezionati muore poco dopo il risveglio; sopravvivono solo sette persone, tra cui Kasumi.
Il gruppo dovrà cercare di sopravvivere sfuggendo ai mostri e nel contempo tentare di capire cos’è successo al mondo mentre loro dormivano; il tutto prima che il virus Medusa li uccida. Tuttavia, Kasumi sembra avere anche altro per la testa: ritrovare la sua sorella gemella.

I presupposti per essere un bel film King of Thorn ce li ha tutti: grafica piacevole, ambientazioni suggestive, colonna sonora ottima, una trama che dopo un inizio un po’ lento si fa decisamente coinvolgente, misteri che s’intrecciano e che fanno stare col fiato sospeso.
Infatti la prima parte di questo anime fila via bene, la narrazione ha un buon ritmo e in un attimo ci si trova catapultati nella vicenda surreale che stanno vivendo i protagonisti.
Poi però, a metà film, qualcosa si blocca. Il ritmo rallenta e la trama, invece di iniziare a chiarire i tanti misteri, s’ingarbuglia sempre di più.
Non ho letto il manga, ma la sensazione è che gli sceneggiatori abbiano compresso in un film di due ore una trama che in origine era molto più complessa. Nell’ultima parte del film salta fuori talmente tanta roba che dopo un po’, nello smarrimento generale, non si può far altro che tirare avanti nella visione del film nella speranza che alla fine tutto quello che stiamo vedendo trovi una spiegazione. Il che alla fine accade? Non saprei. Posso dire che, anche rivedendo un po’ delle scene cruciali, non sono riuscita ad avere un quadro chiaro della situazione, ma comunque, nevermind.

L’animazione è notevole, a parte qualche scena in computer grafica che non si integra del tutto con il resto dei disegni, realizzati in maniera tradizionale.
Il character design è molto simile a quello del manga, anche se chi l’ha letto sottolinea come la caratterizzazione dei personaggi abbia perso molto rispetto al fumetto (probabilmente sempre a causa della necessità di raccontare molto in poco tempo).

Forse King of Thorn avrebbe reso meglio in una mini serie piuttosto che in un lungometraggio. Resta l’impressione che il film comprima troppe idee e non lasci il giusto spazio per poter apprezzare tutto; di conseguenza, a un inizio equilibrato e accattivante segue un gran caos di eventi, spiegazioni parziali e ingarbugliamenti fino ad approdare a un finale piuttosto frettoloso.

Nonostante tutto, King of Thorn rimane un buon film. Dispiace un po’ per il potenziale non sfruttato, ma la grafica e l’animazione sono ottime e senz’altro è un film da vedere se si è appassionati di animazione giapponese e di fantascienza: i cultori del genere sicuramente non rimpiangeranno di averlo visto (tutti gli altri, non saprei dire).

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2 pensieri su “King of Thorn

  1. King of Thorn… voglio usurpare questo rettangolo di testo per piazzarci la mia opinione, peraltro non richiesta. Condensandola in una parola:

    “mumble”.

    È un anime per certi versi brillante e, tanto per farne un elenco, ecco dei punti a supporto di questa opinione:

    • ci sono le protagoniste carine legate da un passato tragico e da un affetto che scavalca ogni tipo di ostac-OH OH OH MA ALLORA NON AVEVO CAPITO NULLA-ah, no, forse sì. Cioè, no, boh?
    • c’è il Chuck Norris scappato da un gruppo metal che fa da sidekick. Inaspettatamente ripieno al mirtillo, con tante risorse e ben connesso alla trama, si fa voler bene per i calcioni di cui abboffa i mostriciattoli che gli si parano davanti (spoiler alert: sono tanti);
    • ci sono appunto dei mostriciattoli fatti bene. Dalla loro tentacolosità direi che sono recuperi di vecchi casting di produzioni hentai, ma sono gratuitamente cruenti e senza un filo di umanità, e tutto sommato la cosa ci piace così;
    • Non ultimo per importanza, viene mostrato lo stereotipo del politico medio Italiano. Scopriremo con piacere che l’idea che il giapponese si fa di noi è assolutamente accurata, e che il personaggio di cui sto parlando muore malissimo con gioia di tutti.

    La storia è interessante; il suo avvio è accattivante e sicuramente si instaura fin dall’introduzione la voglia di tracannare il seguito dell’anime come non ci fosse un domani.
    L’opera è progettata per confondere il più possibile le acque. Le certezze iniziali e le relazioni tra i personaggi vengono tutte messe in discussione, e via via la situazione si fa meno chiara mentre i dubbi aumentano esponenzialmente.
    Poi, quando la realtà non è più ciò che sembra, nel bel mezzo dell’attesa di capirci qualche cosWTF IS THIS I DONT EVEN…??!

    Per fortuna poi tutto questo culmina in un meraviglioso finale pregno di risposte… ah, no scusate. Quello è The Cube.

    Il dialogo interiore del me spettatore passa lentamente dall’entusiastico all’addormentato, e — attenzione — non sto parlando di quei normali alti e bassi cui nessuno fa più caso durante la visione di un anime. No, intendo una vera e propria involuzione verso il torpore misto a fastidio in stile tangenziale all’ora di punta, o, se preferite, supermercato assaltato dai pensionati del sabato.

    Allo spettatore viene accidentalmente negata la possibilità di consolidare una certezza sulla natura degli eventi rappresentati. In produzione dalle pretese elevate quale King of Thorn, con degli elementi iniziali ben selezionati e sviluppati in modo interessate, questo lascia appunto un po’ delusi. That’s it.

    Comunque, a chi è piaciuto The Cube consiglio sicuramente la visione di King of Thorn. Ci sono più spiegoni e meno risposte, ma tutto sommato si trovano più similitudini tra i due che punti di divergenza.

  2. Mi ricorda un po’ 7 Seeds, un bellissimo manga post-apocalittico di cui purtroppo nessuna casa editrice ha ancora comprato i diritti per l’Italia…

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