Ogni tanto un’incursione in stili e forme cinematografiche diverse da quelle occidentali ci vuole, e personalmente, quando lo faccio, di solito scelgo il cinema giapponese.
Purtroppo in Italia la produzione cinematografica giapponese fa parecchia fatica a emergere. Vuoi perché la cultura giapponese viene ancora percepita come qualcosa di strano, vuoi perché lo stile dei film è completamente diverso da quello occidentale, nel nostro paese i film giapponesi escono di rado, e, in genere, parecchi anni dopo la loro effettiva uscita.
Un vero peccato, perché il cinema giapponese, in particolar modo quello di genere fantascientifico, abbonda di temi interessanti e vanta titoli che sono delle vere e proprie perle.
Inutile negarlo: i film sci-fi nipponici rispondono a logiche che a un non-giapponese appaiono insensate. Ma è indubbio che, una volta che si è fatto il callo alle meccaniche strane, allo splatter e alla violenza esasperata che molto spesso caratterizza i film di fantascienza giapponesi, quello che si apre è un mondo affascinante, acuto e, in molti casi, geniale.
Di seguito, un paio di consigli su film interessanti da vedere (per iniziare! 😉 ).
As the Gods Will (2014)
Tratto dal manga omonimo di Kaneshiro e Fujimura, As the God Will è un film del regista Takeshi Miike (quello di Yattaman).
Shun Takahata, uno studente delle superiori, considera la propria vita noiosa e scontata. Un giorno, durante una lezione, la testa del professore esplode e al suo posto compare un Daruma: Shun e la sua classe vengono costretti a giocare a un-due-tre stella, ma in questo gioco, chi si muove esplode.
È solo il primo di una serie di terribili giochi mortali che vedranno coinvolti Shun e gli studenti della sua scuola: nessuno sa chi sia il responsabile di questi giochi né quando finiranno, l’unica cosa da fare è continuare a giocare e sperare di vincere.
Tra gatti giganti, orsi assassini e prove al limite della follia, As the Gods Will riesce a tenere con il fiato sospeso fino all’ultimo con una serie di colpi di scena ben riusciti e continui capovolgimenti degli equilibri.
As the Gods Will è incubo sanguinario, un’indagine sugli aspetti più oscuri dell’animo umano, una giostra di pazzia che conduce un’acuta, agghiacciante riflessione sull’insensatezza della vita.
E in cui il dubbio sull’esistenza o meno di Dio rende il tutto ancora più spietato e amaramente ironico…
Battle Royale (2000)
È ora che si sappia che Hunger Games non è un’invenzione della Collins: l’idea era già di Koushun Takami con il suo romanzo Battle Royale (e prima di lui Golding con Il Signore delle Mosche, ma vabè).
Battle Royale, film tratto dal romanzo di Takami, ha avuto grande successo in patria ed è diventato uno dei dieci film di maggiore incasso del Giappone (è anche uno dei pochi film giapponesi esportati in Italia, anche se con dieci anni di ritardo).
La storia si svolge in una società giapponese del futuro. Anche qui troviamo degli adolescenti impegnati ad ammazzarsi tra loro, coinvolti in un crudele gioco di sopravvivenza che si svolge su un’isola. All’inizio del gioco ogni concorrente riceve un collare elettronico esplosivo e una sacca con una bussola, una mappa dell’isola e un’arma a caso (dai fucili ai coperchi delle pentole). Hanno tre giorni per uccidersi a vicenda e può esserci soltanto un vincitore: se ce ne sarà più di uno, i collari elettronici verranno fatti esplodere.
Battle Royale è un sofisticato psico-thriller divinamente splatter, un incubo capace di far ridere e rabbrividire allo stesso tempo. Dolci ragazzine diventano spietate assassine, timidi secchioni si tramutano in killer in una lotta disperata per la sopravvivenza che tirerà fuori la loro essenza più intima: c’è chi uccide per difesa, chi scopre di avere un istinto omicida e chi si abbandona a se stesso sperando in qualche modo di salvarsi.
Perfino in Italia hanno riconosciuto l’importanza di Battle Royale: guardatelo.
Mi ha sempre colpito il fatto che una società ipertecnologica come quella giapponese avesse una fantascienza così di confine con il soprannaturale. Una delle tante affascinanti contraddizioni di un paese che è passato dal medioevo alla società industriale in pochi decenni, e che fonde spesso la cultura tradizionale con innovazioni futuristiche. Cercherò i film che consigli!
PS l’idea di BR e HG in fondo era di Shekley nella Decima vittima (e nel film di Petri con Mastroianni)
Da piccolo ero affascinato dai cartoni giapponesi e da Gozilla con i suoi epigoni che passavano sulle reti locali.
Forse anche un po’ per colpa del diradarsi di questi passaggi, ora rientro anche io fra quelli che guardano al Giappone come a un mondo strano… e la trama del primo film non è che mi faccia cambiare idea 😛
Ciao
Angelo